C’erano una volta i concimi di sintesi e quelli minerali, arrivati a integrare il ben più tradizionale letame. Poi si aggiunsero i fertilizzanti organico-minerali, connubio delle caratteristiche dei concimi organici e di quelli inorganici. Poi il salto quantico, ovvero i biostimolanti. Di fatto nutrono anch’essi trasferendo una serie preziosa di nutrienti alle colture e per tale ragione afferiscono al grande Mondo della nutrizione vegetale. Però a differenza dei concimi più convenzionali i biostimolanti oltrepassano la soglia della nutrizione stessa apportando anche effetti benefici sulla fisiologia delle piante e permettendo loro di esprimere al meglio il proprio potenziale genetico. Il tutto anche a fronte di condizioni ambientali difficili e stressanti. Ogni biostimolante può poi essere apprezzato per uno specifico beneficio apportato a una coltura.
Può essere per esempio di sostegno alle piante in fase di fioritura, oppure durante l’allegagione. Senza dimenticare lo sviluppo dei frutti, non solo quantitativo, bensì anche qualitativo per colore, sapidità e serbevolezza in fase di post raccolta. Anche gli stress sono perennemente in agguato, con ritorni tardivi di freddo, oppure caldo e siccità. Senza dimenticare la salinità dei suoli che può intaccare anch’essa la fisiologia delle piante. Tale specificità di benefici non implica però ristrettezza negli impieghi, né richiede chissà quale ampiezza di possibili soluzioni sul mercato, in quanto a godere di tali vantaggi possono essere praticamente tutte le colture dello scibile agrario, venendo soddisfatte per giunta anche da un solo prodotto se questo è in grado di far loro superare le difficoltà e le fasi delicate di cui sopra. Esempio calzante in tal senso è “Tamarack“, biostimolante di Isagro a base di aminoacidi e peptidi di origine naturale. Il prodotto della Casa milanese può infatti essere impiegato con profitto su tutti i cereali, sugli ortaggi a frutto, ma anche su patata, tabacco, vite, praticamente su tutte le colture frutticole, fino alla fragola e al pistacchio.
Anche cotone e canna da zucchero sarebbero contemplati in etichetta, ma di ciò all’agricoltura italiana, almeno per ora, poco ne cala. “Tamarack” è infatti una specialità nutrizionale che deriva le proprie potenzialità biostimolanti dalle materie prime utilizzate per la sua produzione, ovvero le proteine idrolizzate. Applicato per via fogliare o radicale riduce le perdite di raccolto che si verificano in condizioni di stress, soprattutto durante le fasi critiche, come appunto la fioritura e la successiva formazione e sviluppo dei frutti. Benefici che comunque si apprezzano anche quando si operi in condizioni ambientali favorevoli. Due essenzialmente le modalità attraverso le quali “Tamarack” esprime i propri potenziali. In primis, incrementa l’attività di enzimi come le reduttasi e le glutammato deidrogenasi, migliorando i processi di assorbimento dell’azoto e accrescendone quindi la disponibilità per le piante. In secondo luogo, attiva nelle cellule una serie complessa di geni che stimolano la pianta a reagire nel migliore dei modi agli eventuali stress da siccità, da freddo, da caldo o da salinità. Ampia infine l’etichetta del prodotto, alla cui lettura si rimanda per l’individuazione delle dosi e dei momenti di impiego, ricordando solo che “Tamarack” risulta compatibile con i fertilizzanti liquidi e con gli agrofarmaci comunemente utilizzati, eccezion fatta per gli oli minerali, i prodotti sulfurei e i sali di rame, insieme ai quali può essere applicato esclusivamente su olivo.
Radici nel passato sguardo al futuro
Piccoli, ma globali. Questo il biglietto da visita di Isagro, società italiana il cui embrione era già presente nel 1956 all’interno del colosso tricolore della chimica noto come Montecatini. Risale poi al 1993 la nascita del progetto Isagro a sé stante, per mano di ex dirigenti Montedison, con un fatturato iniziale attualizzato in euro di 50 milioni. Dieci anni dopo la quotazione in borsa e la crescita sui mercati internazionali, ove la Società milanese opera ormai su 80 differenti Paesi in ragione dell’80 per cento del proprio turnover, salito nel frattempo intorno ai 150 milioni di euro. Nata come società di ricerca, oggi Isagro è impegnata sul fronte della chimica di sintesi, dei fungicidi rameici e, soprattutto, delle cosiddette “biosolutions”, ovvero quei mezzi tecnici di origine naturale orientati sia alla nutrizione, sia alla difesa delle colture agrarie. Un segmento che si sta sviluppando a due cifre percentuali l’anno e che risponde a molteplici esigenze. Da un lato, i costi per lo sviluppo di nuovi prodotti di sintesi hanno raggiunto livelli proibitivi, talvolta a ridosso dei 200 milioni di euro. Dall’altro le normative sempre più severe proprio sulla chimica di sintesi che di conseguenza sta subendo una progressiva limitazione negli impieghi in campo.
Le biosolutions appaiono quindi l’alternativa sostenibile verso la quale il mercato si sta muovendo e Isagro pare aver colto velocemente queste nuove indicazioni provenienti dagli scenari nazionali e globali. Biostimolanti, feromoni, microrganismi e altre soluzioni naturali sono quindi divenuti sempre più strategici nell’offerta dal Gruppo, forte di un centro di ricerca, a Novara, e di un centro di saggio a Galliera, nel bolognese, nonché di quattro impianti produttivi in Italia, ove peraltro distribuisce direttamente i propri prodotti. Nella maggior parte dei casi, all’estero la distribuzione avviene infatti tramite partnership qualificate e accordi commerciali con aziende locali. Solo in alcuni Paesi Isagro distribuisce direttamente, come per esempio Spagna, Usa, Brasile e Colombia. La distribuzione diretta, come detto, è stata ovviamente la scelta vincente anche in Italia, creando però l’esigenza di andare oltre il concetto di prodotto e abbracciando anche quelli di servizio e promozione. Proprio in tal senso è nata la community Isagro Farm, luogo virtuale con sede in un sito internet dedicato che permette di cogliere le esigenze del settore in cui la Casa opera. Tale Community è aperta a tutti i protagonisti del mondo agricolo, ma non solo, ed è strutturata attorno a nuovo progetto digitale di comunicazione e interazione, rendendo possibile ai followers di condividere opinioni e creare dibattiti attorno agli argomenti proposti.